Food photography: 4 idee per fotografare il cibo usando luci per still life

La food photography mira a presentare il cibo come prodotto di alta classe e stile: consigli per fotografi che usano le luci per still life.

La food photography da qualche anno è diventato un genere che si è emancipato dal puro still life. Destinato prevalentemente alla pubblicità, ha pure una sua utilità pratica. Un food photographer infatti si dedica anche alla riproduzione di immagini per i packaging dei prodotti alimentari stessi. Per i menù e per riviste o pubblicazioni di cucina. Il boom della food photography recente ha portato anche a qualche eccesso. Il cibo non di rado viene rappresentato in maniera molto edulcorata, tra composizioni spettacolari e post produzione spinta.

Il food photographer

Tuttavia quando “il cibo si fa bello” entra in campo lo stilista degli alimenti. Questa figura ha il compito di rendere un piatto “fotografabile” nel migliore dei modi possibili. Si assicura che la cottura degli ingredienti non li renda, ad esempio, molli o scoloriti. Cerca di riportare nella composizione anche i sensi invisibili, come l’olfatto e il gusto. Una figura che ha un grande senso estetico. Riesce a lavorare in team con il fotografo e i membri della produzione, dando all’occorrenza anche consigli utili sulle modalità di ripresa.

Dall’acquisto dei prodotti all’immagine finale, lo stilista del cibo supervisiona ogni passaggio. Prepara diverse varianti dello stesso piatto, così che sia possibile scegliere l’impiattamento più bello. Capita anche che gli alimenti vengano “migliorati” con prodotti che li rendono più lucidi o più saturi. O, addirittura, che si lavori con modellini, riproduzioni fedeli.

Fin qui si parla di food photography praticata a livelli altamente professionali. Quelli che verranno proposti sono esempi sempre riferiti a un ambito specialistico, ma con qualcosa di creativo in più. Intanto iniziamo col dire che l’illuminazione migliore per la food photography è rappresentata dalle classiche luci per still life. E naturalmente gli accessori da studio fotografico più noti.

Luci per still life e per food photography

Nella food photography di solito è il committente a decidere e comunicare al food photographer e al suo staff il tipo di sensazione che deve arrivare a chi poi guarderà la foto del piatto. Ambientazione e luci devono pertanto essere studiate appositamente, come avviene anche nella staged photography. Può anche capitare che si scatti con luce naturale, qualora si voglia comunicare il mood di qualcosa di genuino e non artefatto. In generale comunque, ciò che può servirci per fotografare il cibo è:

  • una o più unità strobo flash da studio, da organizzare secondo lo schema luci desiderato
  • in alternativa, dei flash esterni Nikon, flash esterni Canon, Flash esterni Fuji, purché anch’essi sincronizzabili e in grado di creare un’illuminazione versatile
  • Interessante anche avere a disposizione un ring flash, pensato per la macrofotografia: ovviamente opzione dedicata ai food photographer più esperti
  • Indispensabili i diffusori luce per modellare il fascio luminoso prodotto dai flash, che difficilmente dovrà riprodurre ombre dure o nette. Pertanto via libera a softbox, bank, lanterne e quant’altro aiuti a personalizzare le luci per still life
  • per i più esperti e per coloro che vogliono lavorare comodamente, tenendo sotto controllo riflessi e sfondo, potrebbe essere interessante valutare l’acquisto di un tavolo still life . Effettuare regolazioni e posizionare gli elementi della composizione sarà certamente più agevole e i risultati più professionali
  • come detto, a seconda di ciò che s’intende comunicare con lo scatto finale, sarà diverso il tipo di fondale da impiegare. Dallo sfondo bianco o nero, neutro, al fondale creativo

Illuminazione

  • comodi, per principianti, per chi si sposta spesso o per chi deve produrre molte immagini in serie anche i box fotografici (o photo box)
  • da non sottovalutare la necessità di uno stativo boom, per avere il massimo grado di flessibilità a livello di illuminazione. O da utilizzare per riprese dall’alto o sequenze spettacolari. Gli stativi in generale, sono sempre un valido supporto da avere a portata di mano. Per mettere in pratica qualsiasi soluzione creativa si presenti sul momento
  • ovviamente a livello professionale (ma non solo) avere un esposimetro renderà ancora più puntuale la calibrazione delle luci per still life. In un genere fotografico dove la precisione e la cura dei dettagli è tutto.

Sembra tutto molto più complesso a dirsi che poi a farsi. Vediamo adesso come grandi fotografi del passato e del presente hanno affrontato il tema del cibo.

Il cibo scultoreo

Edward Weston è uno dei fotografi più importanti del ‘900. Grande sperimentatore, ha attraversato diverse fasi artistiche, dall’utilizzo dello sfocato artistico (effetto flou) fino a diventare uno dei massimi esponenti del realismo in fotografia. Visione sotto cui immortalare la vita in tutte le sue manifestazioni. Insieme ad Ansel Adams, in tal senso, fu uno dei fondatori del Gruppo f/64. Il numero che impostato sul diaframma della fotocamera riesce a dare la profondità di campo maggiore. Mettendo a fuoco tutto il mondo davanti all’obiettivo.

In netta contrapposizione al pittorialismo fotografico, questo gruppo mirava ad ottenere sempre immagini perfettamente nitide e presentate secondo i classici canoni del rigore formale. Per capire la natura, e ciò che essa produce, Weston cerca di identificarcisi, così da poterne cogliere l’essenza. Ecco quindi che sotto il suo sguardo foglie, verdure, funghi e molti altri alimenti diventano come sculture.

Metafora visiva

Il fotografo nei suoi sorprendenti still life riesce a sintetizzare la struttura formale in maniera poetica e, se vogliamo astratta, eppure al contempo enormemente realista. Infatti le composizioni sono minimali e i chiaro scuri determinati dalle luci per still life evidenziano in maniera magistrale la “fisionomia” dei soggetti ripresi. Tutto è permeato da un’inscalfibile senso di equilibrio, linearità, semplicità e sensualità. Si potrebbe dire che con queste immagini siamo agli albori della fotografia industriale e, se vogliamo, di quella che oggi chiamiamo food photography. Estraendo un oggetto, o come in questo caso il cibo, dal contesto, la sua forma diventa una metafora visiva. Che paradossalmente è più veritiera approfondita della foto di un peperone attaccato alla pianta in mezzo a un campo.

Food photography: 4 idee per fotografare il cibo usando luci per still life
Edward Weston

Il cibo surreale

Il duo di fotografi svizzeri Peter Fischli e David Weiss si è reso protagonista di un cambio di rotta significativo nella rappresentazione formale di oggetti e, in questo caso sempre alimenti. Nella serie di fotografie “Quiet Afternoon” si osservano oggetti e cibo che sembrano quasi essere stati recuperati casualmente in giro. Con essi sono poi state allestite composizioni surreali che giocano sul concetto di equilibrio. Sculture paradossali che potrebbero in qualche modo essere riproposte per parlare del nutrimento come eccesso o carenza.

L’allestimento scenico proposto da Fischli e Weiss vede gli assemblaggi fotografati contro sfondi opachi e con luci per still life talvolta abbastanza drammatiche, in grado di produrre ombre oblique, o asettiche. Il rigore formale contrasta con il concetto divertente della messa in scena. Questo senso comico mette in discussione la sacralità della realtà e dell’opera d’arte, che vorrebbe catturarla. Gli oggetti del quotidiano assumono altri significati e, se vogliamo, una loro vita. Lo testimonia il loro film “The way things go”, in cui le cose all’interno di un capannone prendono vita, secondo una sorta di effetto domino grottesco e ironico. Peter Fischli e David Weiss durante la loro produzione artistica hanno spesso utilizzato gli alimenti, in una sorta di food photography fatta di leggerezza, in tutti i sensi.

Food photography: 4 idee per fotografare il cibo usando luci per still life
Peter Fischli e David Weiss

Il cibo sorprendente

L’artista svedese Agnes Cecilia Fideli Siri Charlotte Sundqvist porta nel food design tutta la creatività dei popoli nordici. Illustratrice e grafica, più che fotografa, si è imposta all’attenzione grazie alle originali composizioni che mescolano oggetti reali ad alimenti fatti di carta. La paper artist infatti realizza in maniera brillante e scultorea bellissimi simulacri del cibo, secondo una tecnica che l’ha sempre affascinata, per le molteplici possibilità creative che offre la tridimensionalità degli elementi realizzati.

Le immagini della Sundqvist, a livello fotografico, vengono riprodotte con le classiche luci per still life che ricordano la pittura fiamminga, famosa per aver spessissimo illustrato il cibo nelle nature morte. In altri casi la luce è bilanciata e diffusa, aiuta a creare l’”inganno” visivo per cui il cibo intagliato nella carta appaia come vero.

Food photography: 4 idee per fotografare il cibo usando luci per still life
Agnes Cecilia Fideli Siri Charlotte Sundqvist

Il cibo come performance

L’arte concettuale ha coinvolto anche la fotografia. Una delle massime esponenti di questo filone è la fotografa francese Sophie Calle. La sua opera verte sulla mescolanza tra arte pura, quindi animata da una strategia ben precisa, e vita quotidiana. Realtà e finzione si sovrappongono costantemente: si può parlare di performance, in cui il ruolo dello spettatore, o del fruitore dell’opera, è sempre in bilico tra il farne parte e lo starne fuori, con attitudine voyeuristica.

Sophie Calle collaborò con lo scrittore Paul Auster, che per lei realizzò dei “copioni”. Uno di questi prevedeva che lei impersonasse Maria e che dovesse svolgere delle attività. Una di esse fu la dieta cromatica (“Le Régime chromatique”): per una settimana la Calle ha mangiato solo cibi di un unico colore al giorno, riportando una testimonianza fotografica. L’osservatore in questo modo è costretto a porre attenzione solo su una ristretta quantità di alimenti, quelli appunto del medesimo colore. L’ultimo giorno della performance, l’artista ha invitato a cena degli ospiti facendo scegliere a ciascuno un pasto che ha composto la dieta.

Food photography: 4 idee per fotografare il cibo usando luci per still life
Sophie Calle – Le Régime chromatique

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