
Still-life, ovvero rappresentare gli oggetti attraverso una specifica tecnica fotografica: la natura morta secondo gli artisti contemporanei.
Quando pensiamo allo still-life la nostra mente, con ogni probabilità, ci riporta agli splendidi dipinti di frutta, ortaggi, fiori, alimenti, animali, oggetti d’uso quotidiano realizzati da maestri pittori. Tra tutti ricordiamo i maestosi fiamminghi. Ma questo genere di figurazione è entrata a far parte anche dei generi fotografici, per cui si parla di still life fotografia.

Una foto still life, pensata per scopi commerciali (fotografia di prodotto) mira essenzialmente ad essere la migliore immagine descrittiva di un dato oggetto. Ne mette in risalto le caratteristiche principali, ne evidenzia le forme, risulta armonica da vedere. Una foto natura morta del genere può essere contestualizzata in un’ambientazione studiata ad hoc, simbolica o semplicemente coerente con il soggetto principale, così come immortalata su fondo neutro, completamente isolata dal contesto.
Lo still-life
Lo still-life può sembrare un tipo di fotografia semplice, perché il soggetto è fermo e, spesso, l’inquadratura rimane fissa, come i parametri di scatto. In realtà lo studio degli schemi luci e del risultato finale deve essere preciso e ben misurato.
Le cose cambiano poi a seconda dei contesti e degli scopi comunicativi: lo still life fotografia come mezzo d’espressione artistica è apparentemente più libero da certi schemi, oggi sempre più spesso adottati anche da advertising e pubblicità.
Vedremo infatti come alcuni dei maggiori fotografi contemporanei affrontano lo still-life. Vi accorgerete di ritrovare molti di questi “canoni-non-canoni” anche nelle storie Instagram dei brand più all’avanguardia, che trovano ormai superato un certo modo di fare foto still life troppo lontane dalla realtà.
Le difficoltà dei vari generi fotografici
La consuetudine (magari spesso non così azzeccata) di classificare le cose in tipologie e ripartizioni porta a individuare vari generi fotografici. Ognuno di essi presenta delle criticità, tra di loro anche lo still-life non ne è avulso. Vediamo quali sono:
- ritratto, ovvero quando si devono ritrarre persone impegnate nelle loro attività, bisogna avere la prontezza di cogliere espressioni e gesti rilevanti, aiutandoci anche con i tempi di scatto veloci. Nella staged photography, i personaggi stanno fermi in pose assegnate e, spesso, anche le luci contribuiscono alla loro caratterizzazione
- paesaggio, ovvero superare la difficoltà di trovare il punto di vista migliore per valorizzare uno scenario ad ampio raggio
- fotografia sportiva o fotografia con soggetti in movimento, ovvero cercare di cogliere l’azione migliore e il suo apice, aiutandosi con tempi e messa a fuoco rapidi e, se necessario, con teleobiettivi
- fotografia still-life, ovvero cercare la posizione ottimale per un oggetto, far provenire la luce dall’angolazione migliore per valorizzarlo e regolarne intensità e temperatura, studiare un contesto che funzioni da cornice. Oppure cercare la particolare espressività degli oggetti collocati in giro. Su di un set fotografico, l’illuminazione è generalmente controllata: si utilizzano flash da studio (che consumano meno e sono più potenti) o lampade a luce continua, di solito a LED. La norma principale vede una predilezione verso fasci luminosi diffusi e morbidi, che non creano ombre nette. Il light designer, poi, provvederà allo studio accurato dei riflessi e degli effetti cromatici che desidera ottenere mediante modificatori e sagomatori, snoot, riflettori, pannelli e softbox. Sempre più diffusi, inoltre, i photo box: veri e propri set foto in miniatura, a forma di cubo, ricoperti di tessuto diffusore per ammorbidire la luce riflessa e predisposti con dei piccoli fondali colorati intercambiabili. Una soluzione veloce e “smart” per chi, ad esempio, deve realizzare foto per un e-commerce o per cataloghi da aggiornare spesso. I “cubi fotografici” sono portatili e permettono di ottenere foto di qualità anche quando si acquisiscono tramite smartphone.
Lo still-life in una visione più ampia
Se lo still-life da un punto di vista funzionale e dedicato ad un utilizzo commerciale è definito da non pochi tecnicismi, la visione più autoriale lascia maggiore respiro alla realizzazione di scatti più liberi e, se vogliamo, realistici. Ecco come alcuni fotografi contemporanei si sono approcciati allo still life come fotografia espressiva.
1 – Laura Letinsky
C’è una duplice lettura, a livello di significato, negli still-life di Laura Letinsky: si tratta di foto natura morta simboliche, cioè rappresentano quelli che sono i rapporti umani. La Letinsky immortala spesso dei tavoli dopo che è stato consumato un pasto e in cui sono ancora presenti tracce di cibo che attraverso l’inquadratura diventano allegoriche. L’altro rimando, in tutto questo, è proprio alla pittura olandese che ha fatto dello still-life di frutta, alimenti e piante il suo tratto distintivo.
Tutta la carica espressiva delle foto still life realizzate dalla fotografa fa perno sulla prospettiva in grado di cambiare la percezione che abbiamo delle cose spesso insignificanti e banali utilizzate tutti i giorni. I piani dei tavoli ripresi sembrano essere inclinati e ciò che si trova sopra pronto a rotolare a terra. Ecco la metafora di relazioni umane instabili e precarie, quelle a cui ci ha abituato la contemporaneità. Ogni elemento è comunque posizionato in maniera strategica, per aiutarci a cogliere la narrazione che travalica l’immagine pura e semplice.

Qualche consiglio: se vuoi scattare foto sullo stile di quelle di Laura Letinsky, puoi sfruttare la luce naturale, collocando le composizioni still-life vicino a una finestra. Oppure si può usare la luce artificiale presente in un ambiente.
Ciò che fa davvero la differenza in queste immagini molto semplici e minimali è la macchina fotografica di grande formato con cui vengono immortalate. In maniera “casalinga” si possono enfatizzare dei dettagli usando un flash speedlite con diffusore e qualche tocco di colore con delle gelatine colorate.

2 – Wolfgang Tillmans
Un autore in grado, da sempre, di andare oltre “la cornice” della fotografia come spesso la conosciamo è Wolfgang Tillmans. Dopo aver utilizzato qualsiasi tipo d’immagine ri-mediata (trasportata da un media all’altro), dalle fotocopie, alle immagini di stock, alle cartoline, merita soffermarsi sul suo progetto “Suit”.
Si tratta di una serie di still-life in cui vengono rappresentati degli abiti lasciati in giro, su pavimenti o ringhiere, stesi a d asciugar. E in ogni caso, ripresi proprio nella forma casuale che hanno assunto in tali posizioni. Si ha come l’impressione di essere di fronte a dei calchi di gesso o alla pelle morta di un animale che ha portato a termine la sua muta.

Qualche consiglio: anche le foto di Tillmans sono scattate senza troppi artifici dal punto di vista delle luci. L’illuminazione non sembra particolarmente diffusa o ammorbidita, può essere utile un flash speedlite.

3 – Jeff Wall
Far sembrare casuali gli oggetti fotografati, quando invece si tratta di composizioni “staged” curate al millimetro. Questo è il “gioco” concettuale degli still-life all’interno del progetto “Diagonal Composition” di Jeff Wall. Famoso per le sue imponenti messe in scena, con attori e set che riproducono interi ambienti. Con questo lavoro Wall sembra discostarsi dalla sua cifra stilistica identificativa.
In realtà ciò che concettualmente sta alla base delle opere della serie è lo stesso senso. Quello che ci porta a farci delle domande: “Perché dovremmo soffermarci a guardare queste foto?”, “Se non ci fosse la cornice che le designa come opera d’arte, ci saremmo mai accorti di angoli ameni con oggetti comuni immortalati?”
Le composizioni inscenate, a un secondo sguardo attento e profondo, hanno canoni formali ben equilibrati e colori bilanciati. Come i dipinti artistici della più classica delle tradizioni figurative. Si tratta di una strategia entrata a far parte anche dell’ambito della comunicazione.

Qualche consiglio: la fotografia staged, anche quando si tratta di foto still life, richiede uno schema luci molto simile a quello utilizzato per il cinema o le riprese video in generale. L’illuminazione LED continua potrebbe essere la migliore per riprodurre immagini costruite. Anche perché sarà più semplice avere l’anteprima delle luci e delle ombre per come saranno anche nello scatto finale.

4 – Leonora Hamill
Nella serie fotografica “Art in progress” Leonora Hamill immortala un tempo sospeso. Quello prima della realizzazione di un’opera d’arte o quello successivo, che si tratti di una foto o di un quadro o, ancora, di una scultura. Infatti vengono fotografati gli atelier degli artisti, gli studi di pittura e scultura. Comprese le sale di posa, con tutti gli oggetti e attrezzi necessari alla realizzazione dell’opera stessa.
Gli ambienti sono privi della presenza umana: stativi, luci, fondali, tele, pennelli, blocchi di creta ricoperti sono gli attori principali della scena. L’arte fatta di arte, le vere e proprie cose che un artista usa quotidianamente sono in grado di parlare di lui. Ancor meglio del suo lavoro, a volte, nel silenzio dello spazio che usa o ha usato per crearle.

Qualche consiglio: le foto della Hamill sono riprese in condizioni di luce naturale oppure illuminate dalle lampade presenti all’interno degli ambienti. Si può cercare di controllare un po’ i riflessi con un filtro polarizzatore.

5 – Bela Borsodi
Nella sua fotografia still-life Bela Borsodi unisce diversi soggetti e concetti, in maniera spesso surreale e provocatoria. Le sue immagini si prestano bene al mondo della moda e della pubblicità, infatti vanta molte pubblicazioni e commissionati in questo settore.
Borsodi ha uno spiccato interesse per la psicologia, che si ritrova anche a livello compositivo, nelle foto. Il suo stile è caratterizzato da un gusto molto tridimensionale e dall’unione di riferimenti artistici e di graphic design, materie che fanno parte del passaggio formativo di Bela Borsodi. Il risultato è sempre un immaginario divertente e ammiccante, decisamente fantasioso che non può passare inosservato.

Qualche consiglio: lo still life professionale e commerciale richiede flash da studio e softbox, per diffondere e direzionare la luce nella maniera desiderata, rendendola materia duttile e in grado di “disegnare” i soggetti.
6 – Mitch Feinberg
Per più di 15 anni Mitch Feinberg si è dedicato a foto still life per marchi di lusso, diventando uno dei più quotati fotografi al mondo di gioielli e accessori. Ma con uno stile molto riconoscibile e mai banale che gioca sulle forme e sulla decomposizione dei contenuti, su pattern ripetitivi, rigore compositivo, sapienti schemi luminosi allestimenti scenografici e scatti finali che sono sempre sorprendenti, vere e proprie opere di design.

Qualche consiglio: per definire i dettagli molto piccoli di gioielli e accessori può essere utile montare sul flash da studio uno snoot conico.

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